Le città italiane continuano a lottare contro alti livelli di inquinamento atmosferico: da Nord a Sud, presentano ancora considerevoli ritardi rispetto agli obiettivi più stringenti proposti dalla revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria che entrerà in vigore dal 2030 (20 µg/mc per il PM10, 10 µg/mc per il PM2.5 e 20 µg/mc per l’NO2). Secondo Legambiente1, se ci trovassimo già nel 2030, il 69% delle città italiane non rispetterebbe i limiti del PM10. Per quanto riguarda il PM2.5, l’84% delle città analizzate supererebbe i futuri limiti. L’NO2 è l’unico inquinante che è diminuito negli ultimi cinque anni, ma nonostante ciò, il 50% delle città rimarrebbe al di sopra dei limiti consentiti.
Ad essere responsabile di circa il 25% delle emissioni totali di CO2 in Italia, stando alle rilevazioni dell’ISPRA2 (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), è il settore dei trasporti. A contribuire sono – tra gli altri – i pendolari che quotidianamente percorrono in auto il tragitto casa-lavoro. Secondo gli ultimi dati Istat3 disponibili, sono circa 20,5 milioni le persone che si spostano ogni giorno in Italia per motivi di lavoro: nel 70,7% dei casi, l’auto rappresenta il mezzo di trasporto utilizzato per percorrere la tratta casa-azienda. Una scelta che ha un notevole impatto sulla qualità della vita e sul benessere ambientale.
1 Fonte: Legambiente, Mal’Aria 2024
2 Fonte: ISPRA
3 Fonte: Istat
L’Osservatorio Aziende in movimento di Jojob traccia un quadro delle aziende che scelgono di implementare questa soluzione di mobilità sostenibile.
Guardando alla dimensione delle aziende, emerge come la condivisione dell’auto tra colleghi sia una soluzione ampiamente adottata soprattutto dalle medie e grandi imprese, che vedono in questa pratica un’opportunità per ridurre i costi e migliorare la qualità della vita lavorativa: le sedi aziendali con un numero di dipendenti compreso tra 100 e 250 rappresentano infatti il 47,9% del totale.
Seguono le aziende con un numero di persone compreso nelle proprie sedi tra 250 e 500, che costituiscono il 24,8% del totale, dimostrando di riconoscere i benefici del carpooling sia in termini di riduzione dell’impatto ambientale sia come strumento per migliorare il benessere dei dipendenti.
Il restante 27,3% del totale è invece rappresentato da aziende con sedi aziendali con oltre 500 dipendenti. In particolare il 13,7% è costituito da sedi di 500 – 1.000 lavoratori e un altro 13,7% è registrato da quelle con più di 1.000 dipendenti. Non mancano sedi con oltre 2.000 dipendenti (2,9%), che dimostrano una crescente attenzione verso le pratiche di sostenibilità anche nelle realtà aziendali più complesse.
Molto numerose, quasi 900, sono inoltre le sedi di piccola dimensione tipicamente rappresentate dalle filiali delle aziende del settore bancario e dai negozi.
Per quanto riguarda i settori in cui operano le aziende che scelgono il carpooling aziendale, a dominare la scena per numero di dipendenti è il settore metalmeccanico che, pur rappresentando solo il 6,1% delle sedi, registra il maggior coinvolgimento dei dipendenti, ovvero il 24,06% del totale. Le aziende metalmeccaniche sono infatti generalmente situate in contesti suburbani e non sempre facilmente raggiungibili con mezzi pubblici: il carpooling offre quindi un’alternativa importante per tutti i dipendenti. A scegliere la mobilità condivisa insieme a Jojob sono anche le aziende del settore bancario, con il 16,9% dei dipendenti sul totale, seguito da quello alimentare (11,3% dei dipendenti) e della logistica (10%).
Anche tenendo in considerazione il numero di dipendenti coinvolti dalla pratica del carpooling aziendale da parte delle aziende, la Lombardia si posiziona con il 17,1% del totale, confermando l’attenzione della regione in termini di adozione del carpooling, supportata dalla densità industriale e commerciale.
L’Emilia-Romagna segue da vicino, con il 16,6% dei dipendenti sul totale, insieme al Piemonte, che registra un 16,1% di coinvolgimento dei dipendenti aziendali. Il Lazio si posiziona in questo caso al quarto posto con il 10,1% di lavoratori, affiancato dal Veneto (8,9%), dimostrando come il carpooling venga considerato uno strumento importante per ottimizzare i costi e migliorare la qualità della vita lavorativa.
Altre regioni con una interessante partecipazione da parte dei dipendenti sono la Toscana ( 5,1%) e la Liguria (4,5%). A chiudere la Top 10 di Jojob in questo caso ci sono il Friuli Venezia Giulia (2,8%), l’Abruzzo (2,4%), la Puglia (2,3%) e il Trentino-Alto Adige (2,3%), che dimostrano impegno da parte delle aziende e ma che sicuramente hanno ancora interessanti margini di crescita.
L’analisi della distribuzione delle sedi aziendali che adottano il carpooling nelle diverse province italiane mette in evidenza le aree geografiche più attive in questa pratica di mobilità sostenibile.
Roma è la provincia leader con il 7,6% del totale: un dato che riflette l’importanza della Capitale, che ospita numerose aziende anche nel suo hinterland e istituzioni. Brescia si posiziona al secondo posto con il 4,3%), mentre al terzo gradino si trova Trento, con il 4,1% delle sedi. Seguono a ruota Modena ( 4,1%) e Milano (4%).
Anche la provincia di Napoli, con il 3,31% di sedi, evidenzia una interessante partecipazione al carpooling, che può risultare una soluzione per diminuire l’intenso traffico veicolare. Seguono Bergamo (3,2%), Bologna (90 sedi, 3,07%) e Torino (86 sedi, 2,93%): si tratta di centri industriali e universitari, dove la mobilità sostenibile è particolarmente rilevante. Varese, con il 2,6% di sedi, chiude la Top 10 provinciale.
Proprio il risparmio economico rappresenta la leva principale, con 6 dipendenti su 10 (61,4%) che affermano di utilizzare il carpooling per poter ammortizzare e dividere le spese legate a benzina, caselli ed eventuali parcheggi a pagamento. Il 15,4% indica come motivazione la riduzione del proprio impatto ambientale. Il 12,1% invece si divide tra chi sceglie il carpooling aziendale per socializzare e fare il viaggio in compagnia (6,5%) e chi non ha alternative di trasporto pubblico o privato (5,6%).
Dal punto di vista economico, il 64% dei carpooler afferma di “dividere” le spese organizzando l’utilizzo delle auto a turno, mentre il 13,5% approfitta della transazione gestita dall’app di Jojob per restituire al guidatore le spese effettuate. Un ulteriore 14% afferma invece che l’autista non richiede alcun contributo, mentre nell’8,5% dei casi i carpooler hanno stabilito un compenso quotidiano o periodico da riconoscere all’autista.
È interessante notare che chi prova il carpooling difficilmente riesce poi a farne a meno: oltre la metà dei dipendenti (53%) afferma infatti di condividere l’auto in media 5 giorni a settimana; un quinto (18,2%) percorre in condivisione il tragitto casa-lavoro in media 4 giorni a settimana e il 15,9% per 3 giorni.
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